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Egregio Ministro,
Senatori,
Parlamentari,

come cittadino europeo sensibile ai temi della conservazione della fauna selvatica, ho appreso con viva preoccupazione dei contenuti del disegno di legge govenativo S628,e di analoghe proposte di legge di singoli parlamentari, aventi per oggetto la modifica della Legge sulla caccia 157/92 e l'attribuzione alle Regioni della facolta' di consentire l'ampliamento delle specie cacciabili, con particolare riferimento a specie di piccoli uccelli migratori.

Trovo deprecabile che si adduca il pretesto del federalismo per indebolire la tutela di specie selvatiche oggi protette, anche alla luce del fatto che in altri Stati con un assetto federale consolidato (come gli Stati Uniti, il Canada,l'Australia e la Germania), la gestione faunistica delle specie migratrici continua a svolgersi in un quadro legislativo di tipo nazionele o federale,anche in attuazione di altri trattati internazionali con Paesi confinanti.

E' infatti impensabile che popolazioni di specie selvatiche che costituiscono un patrimonio internazionale, e che come tale sono tutelate a livello comunitario, possano essere assoggettate ad un'anarchia legislativa regionale, con almeno 20 diverse regolamentazioni solo all'interno dell'Italia.

Sono al corrente che da anni diverse Amministrazioni Regionali, anche in mancanza di strumenti giuridici adeguati, tentano ( a dispetto delle Sentenze 168/99 e 135/2001 della Corte Costituzionale) di estendere l'elenco delle specie cacciabili, peraltro senza ottemperare al disposto dell'art. 9 della Direttiva CEE 409/79 che prevede, in caso di attivita' di "controllo faunistico" in deroga, le condizioni dello "stretto controllo", dell'assenza di alternative e delle "piccole quantita'" di animali; non questo il caso dell'apertura indiscriminata e generalizzata a nuove specie di uccelli selvatici, senza la valutazione di metodi alternativi per la tutela delle colture in specifiche situazioni locali, e senza neppure indicare un limitato elenco delle specie oggetto di deroga.

In tal modo la conseguenza dell'approvazione del DDL 628,o di altri testi di analogo contenuto, non sarebbe altro che l'estensione ,senza alcun coordinamento nazionale (come ora previsto dal D.Lsg. 143/97) delle specie oggetto di caccia, con risultat1 opposti a quelli prefigurati dalla direttiva comunitaria sulla conservazione degli uccelli selvatici.

Chiedo che il ddl 628, e le altre proposte di legge attualmente giacenti in parlamento con contenuti similari, non vengano approvate, e che l'eventuale controllo delle specie che arrecano danno all'agricoltura continui ad essere regolamentato dall'art. 19 della Legge 157/92 (ruolo del personale di vigilanza, valutazione preventiva di metodi ecologici alternativi, interventi a livello puntuale e non cacce generalizzate a nuove specie da parte di tutti i cacciatori muniti di licenza).

Distinti saluti.

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